Palermo vs Pescara 1 a 1. Buona la prestazione dei biancazzurri in Sicilia

febbraio 10, 2013 No Comments »


PALERMO( 3-5-2): Sorrentino;  Munoz,  Von Bergen,  Aronica;  Nelson ( 83′ Formica),  Barreto,Donati ( 76′ Kurtic),  Arevalo  Rios,  Dossena;  Dybala ( 57′ Boselli), Fabbrini. A disposizione: Benussi,  Viola, Anselmo,   Faurlin,  Sperduti,  Garcia, Brichetto,   Sanseverino,  Morganella.Allenatore: Alberto Malesani.

PESCARA ( 4-3-3):  Perin;  Zanon,  Bianchi Arce,  Cosic ( 46′ Zauri),  Bocchetti;  Blasi ( 78′ Cascione),  D’Agostino,  Rizzo; Caprari ( 66′ Bjarnason),  Caraglio,  Celik A disposizione:  Pelizzoli,  Abbruscato,  Balzano,  Vukusic, Savelloni.Allenatore: Cristiano Bergodi.

ARBITRO: Massimiliano Irrati (Pistoia).

Assistenti: Gianluca Cariolato (Legnago) – Fabiano Preti (Mantova).

Quarto ufficiale: Giorgio Niccolai (Livorno).

Giudici di porta: Paolo Tagliavento (Terni) – Claudio Gavillucci (Latina).

MARCATORI:al 73′ Bjarnason: 80′ Fabbrini

Note:coperto, poco prima del fischio d’inizio c’é stata su Palermo un fitta grandinata. Ventilazione apprezzabile. Giornata fredda, terreno in pessime condizioni. Ammoniti:Rizzo,Blasi, Barreto;Corner: 7 a 3 per il Palermo.

PALERMO- Un brodino caldo é quello che prende il Pescara in terra siciliana nonostante abbia sognato per una decina di minuti di poter gustare un ottimo cannolo. Va bene lo stesso serve quanto meno ad attenuare l’appetito non il rischio di morire di fame. Per questo il pareggio del Barbera continua a tenere accesa vivida la fiamma della speranza di salvezza per il delfino che, ora, a 21 punti, ad una sola lunghezza dal Genoa  e con il prossimo impegno casalingo col Cagliari, attestatosi oggi a quota 25, può davvero pensare positivo.    E’ la partita che vale una stagione. Per questo ci sta tutta anche la pretattica che Cristiano Bergodi adotta per strappare un risultato positivo al “Barbera”. In avvio la scelta del tecnico dei pescaresi  di varare un 4-3-3 di antica e gradita memoria  non lascia  certamente indifferente. Senza dubbio pesano sulla scelta le sei assenze  di Modesto, Togni, Sforzini, Capuano, Quintero e, soprattutto, Weiss, numerose ma anche pesanti. Colpisce ancor più la decisione di buttare nella mischia elementi a lungo tenuti nel dimenticatoio, tra questi Caprari e Bocchetti che, in qualche modo, tengono in panchina Balzano, colpito in nottata dall’influenza, e Cascione che, nonostante i gradi, non riesce più a trovare spazio in questa formazione. Così lo scacchiere biancazzurro si anima con Zanon, Bianchi Arce, Cosic e Bocchetti, davanti a Perin, Blasi, D’gostino e Rizzo a centrocampo mentre Caprari,Caraglio e Celik in attacco.  Sul fronte palermitano, Alberto Malesani, appena chiamato sulla panchina al posto di Giampiero Gasperini, al culmine della solita e inspiegabile rivoluzione operata dal rutilante  patron Maurizio Zamparini, si affida agli uomini che più conosce. Una certezza che gli suggerisce anche il sistema da adottare: 3-5-2 con Munoz,  Von Bergen,  Aronica a protezione di Sorrentino,Nelson,  Barreto,  Donati,  Arevalo  Rios,  Dossena, in mediana, mentre Dybala, Fabbrini agiscono da attaccanti. L’avvio è tutta di marca biancazzurra, il Pescara, ben messo in campo e con maggiore vivacità e dinamismo, é stabilmente nella metà campo avversaria. Le occasioni più ghiotte, comunque, capitano sui piedi, una anche sulla testa, dei giocatori rosanero ma, un po’ per imprecisione un po’ per bravura dei difensori pescaresi non si concretizzano. La compagine di Bergodi non rimane lì a guardare, gestisce bene la palla e crea costantemente apprensione ai giocatori siciliani. Il Primo tempo scivola via così senza tanti altri sussulti. La ripresa si apre così come si era chiusa la prima frazione di gioco. Il Palermo continua a farsi pericoloso nei 16 metri avversari mentre il Pescara cerca sempre di manovrare anche se manca spesso di andare in verticale. E dopo le solite, a questo punto prevedibili opportunità dei siciliani al 61′ arriva la più clamorosa delle palle-gol. Superba giocata di   Celik, tra i migliori in campo, assist  per  Caprari che tira solo davanti a Sorrentino addosso al portiere rosanero. Bergodi capisce che l’ex romanista é troppo molle per una gara dura fatta per duri e mette dentro Bjarnason. Illuminazione divina? Può darsi tanto é vero che una decina di minuti dopo l’islandese, su un perfetto cross di D’Agostino in area, gira di testa nell’angolo dove Sorrentino non può arrivare. Allora l’impresa sembra a portata di mano, i tifosi di casa fischiano e contestano tutto e tutti e l’undici di Malesani appare come un pugile suonato, pronto solo per il colpo del ko, invece, invece trova il pari a dieci dal termine con un incontenibile Fabbrini, capace di rivitalizzare i suoi come pochi. La sua una botta secca nell’area piccola a seguito di una fortunosa spizzata di Munoz e con la solita, ormai, complicità della retroguardia biancazzurra fa uno a uno più per il Pescara, però, che per il Palermo da stasera, infatti, ultimo in classifica insieme al Siena con soli 18 punti. E l’inferno per i siciliani così non é poi così lontano.

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