SERIE B: LANCIANO, L’ADDIO DI GAUTIERI DOPO 700 GIORNI E UN DOPPIO MIRACOLO CHIAMATO #BSOGNO

maggio 23, 2013 No Comments »
SERIE B: LANCIANO, L’ADDIO DI GAUTIERI DOPO 700 GIORNI E UN DOPPIO MIRACOLO CHIAMATO #BSOGNO

Scorrono i titoli di coda. Il film è stato bellissimo, talmente bello, che vorresti riavvolgere la pellicola e non leggerli quei titoli di coda. Più scorrono, insieme alle lacrime, e più svanisce l’happy ending che gran parte della tifoseria lancianese si augurava contro ogni logica. Così fanno gli innamorati, d’altronde, non ragionano. Sperano, fino all’ultimo, che quel finale cambi all’improvviso. Ma Carmine Gautieri, a meno di clamorosi dietrofront, sabato dirà addio alla città che ha conquistato a suon di risultati, alla sua Lanciano. “Qualsiasi scelta farò spero che voi sarete sempre fieri di me come io lo sarò sempre di voi”, è il telegramma che è riuscito a tirare fuori stasera il Gaucho sull’erba del Guido Biondi. Davanti la curva, la sua Curva Sud, che ha convinto e conquistato con due miracoli, sportivi s’intende, in un posto dove i miracoli sono di casa. Il suo addio definitivo, probabilmente, Gautieri lo darà nel corso di una conferenza stampa che dovrebbe essere convocata per sabato. Sarà l’epilogo di una storia d’amore iniziata nel più totale scetticismo l’estate 2011, quando in città, e in società, c’era aria di smobilitazione e la speranza era di quelle ardite. Salvarsi in Prima Divisione con una banda di ragazzini. Che poi quella banda divenne la Banda del Gaucho strada facendo, nessuno lo poteva immaginare. Neanche il più fazioso e partigiano dei tifosi rossoneri, avrebbe potuto mai immaginare che quel giorno sul palco di una piazza Plebiscito semi deserta c’era un bomber del calibro di Pavoletti e un allenatore che oggi è sui taccuini di mezza serie B di alcune squadre di serie A.

Il Gaucho, l’allenatore più vincente della storia del calcio frentano per prestigio dei risultati conseguiti, sabato annuncerà un addio che con ogni probabilità è stato già comunicato a squadra e società. E da stasera anche ai tifosi. La conferma a parole non c’è, le parole “vado via” non sono state pronunciate. Ma a volte le parole non servono, né possono dire tutto, né bastano a spiegare tutto. Quello che bastava era essere in Curva Sud nel momento in cui è calato un grande silenzio quando Gautieri ha raggiunto il microfono e ha iniziato a parlare. Quello che bastava era vedere le facce che stamattina sono sfilate in Comune per la premiazione, ormai consueta, a Palazzo di Città. Volti tirati, sorrisi neanche a parlarne, tentativi di sdrammatizzare dei consiglieri comunali rispediti al mittente, poca voglia di fare festa. Forse perché se n’è fatta abbastanza in questi 4 giorni, forse perché tutti hanno capito che Gautieri sta cercando il modo di salutare Lanciano nel modo meno doloroso possibile.

Il Gaucho spiegherà, forse, i motivi che lo porteranno lontano dalla piazza che lo ha consacrato come uno dei migliori allenatori emergenti italiani. Nonostante un altro anno di contratto. Il perché lo spiegherà lui, se vorrà. Dovrà decidere se dire tutto quello che ha da dire su una stagione che lo ha visto spesso da solo al comando di una squadra di esordienti, compreso lui, che in serie B c’aveva solo giocato, ma mai allenato. Più volte Gautieri è sembrato un uomo solo al comando. Non è dato sapere se per scelta o necessità, forse più la seconda che la prima. Qualche aneddoto, stagionato, confermerebbe questa tesi. Il martedì dopo Cesena, quello dell’incontro a muso duro tra squadra e tifosi rossoneri, Gautieri ha praticamente deciso di persona chi sarebbe andato in conferenza stampa. Turchi e Vastola erano pronti, ma Gautieri ha stoppato tutto: “vengono Falcinelli, Fofana e Casadei”, quelli che con cui i tifosi della Sud volevano un chiarimento dopo alcune esultanze e comportamenti non proprio da educande in un bar del centro. Il giovedì in cui ha fischiato la fine di un allenamento iniziato da neanche mezzora per mandare tutti al Biondi a correre perché a Villa delle Rose mancava del materiale per l’allenamento. La scelta della sede del ritiro di gennaio. Alcune scelte del mercato estivo, con la qualità in avanti richiesta a gran voce che è poi arrivata qualche mese più tardi, a gennaio, con Piccolo, per dirne una. Aneddoti, dicevamo, che ora è faticoso ricordare e annotare, perché quello che conta - giustamente - è che la serie B sia rimasta a Lanciano. Sarebbe stato meglio che con la B fosse rimasto anche il principale protagonista di questi due anni magici, indimenticabili, i più belli dal punto di vista calcistico che ha vissuto Lanciano. Ma evidentemente il film doveva andare a finire così. In bocca al lupo Gaucho.

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