Pescara:Belardi, Salviato, Bocchetti; Zauri, Balzano; Zuparic, Brugman, Rossi ( 26’ Ragusa), Mascara, Caprari ( 62’ Cutolo), Sforzini ( 77’ Maniero).A disposizione:Svedkauskas, Politano, Fornito, Rizzo, Nielsen, Karkalis. All Serse Cosmi
Reggina:Pigliacelli, Adejo, Lucioni, Ipsa, Barillá, Dall’Oglio; Da Silva (84’ Pam Bou), Frascatore, Sbaffo (72’ Fischnaller) , Dimitru ( 90’ Bochniewicz) , Di Michele. A disposizione: Zandrini, Strasser, Foglio, Gerardi, Di Lorenzo,Contessa. All. Francesco Gagliardi.
ARBITRO: Diego Roca di Foggia
I Assistente: Marco Avellano di Busto Arsizio (VA)
II Assistente: Giovanni Colella di Padova
IV Ufficiale di gara: Leonardo Baracani di Firenze.
MARCATORI: 21’ Brugman, 23’ Di Michele, 85’ Mascara, 88’ Fischnaller.
NOTE- Giornata primaverile, temperatura mite, terreno in ottime condizioni. Ammoniti: Dall’Oglio, Barillà, Frascatore. Corner 8 a 2 per il Pescara. Spettatori paganti: 3.119 per un incasso di 21.012,50€; Abbonati 5.068, rateo 26.920,00. Totale 8.187 spettatori per un incasso complessivo di 47.932,50 €.
PESCARA- C’è delusione. Inutile nasconderlo. Con la Reggina, che non ha rubato nulla, ci si aspettava un successo per cominciare l’operazione rilancio. Non nessun dramma per carità, quello, invece, che allarma è l’atteggiamento schizoide della squadra di Cosmi, capace di alternare grandi giocate a vere e proprie leggerezze inspiegabili. Certo in campo c’era pure la Reggina che è salita in Abruzzo con l’intento di disputare la partita della vita, ma una squadra con ambizioni di primato come il Pescara non dovrebbe avere problemi ad aggiudicarsela. Niente è perduto, ci sono ancora i tempi e le condizioni di scalare la vetta, come si evince facilmente dai risultati che arrivano dalle concorrenti, ma a patto che il dottor Cosmi trovi subito una m buona medici per Cutolo e Ragusa che sembrano più acciaccati di tutti.
LA GARA-La novità, e anche di rilievo, riguarda l’indisponibilità dell’ultim’ora di Ivan Pelizzoli.Il portiere titolare di Cosmi ha accusato, durante la seduta di rifinitura, un fastidio all’adduttore che, di fatto, gli ha impedito di prendere parte alla sfida interna con i calabresi. Al suo posto Emanuele Belardi che ritrova il posto in squadra dall’inizio, per la prima volta, dopo l’era Marino. Ma il tecnico biancazzurro deve fare i conti anche con l’indisponibilità di Schiavi, fermato per almeno tre settimane, da una brutta lesione al retto femorale e di Bovo, appiedato dal giudice sportivo per un turno. Uno stato di cose che lo mette nelle condizione di varare il suo 3-5-2, con qualche nuovo interprete. Nella linea difensiva trovano, infatti, posto, Salviato, Zauri e Bocchetti. In mediana, invece, agiscono, Mascara con l’onere di fare il play insieme a Balzano, Zuparic, Brugman e Rossi. Per quest’ultimo la gara avrà una durata di meno di mezz’ora, a rimandarlo anzitempo negli spogliatoi ci pensa l’ennesimo fastidio muscolare in casa pescarese, al suo posto un inedito Ragusa chiamato ad occupare la corsia di destra con il conseguente dirottamento di Balzano sul lato opposto. A sostenere la manovra d’attacco si rivede il tandem Caprari-Sforzini.
In casa Reggina il pirotecnico Francesco Gagliardi, dopo aver ampiamente mischiato le carte alla vigilia, facendo ricorso alla vecchia ma sempre utile pretattica, opta per un atipico 4-3-1-2 con Pigliacelli tra i pali,uno dei tanti ex in campo, Adejo, Lucioni, Ipsa, Barillá in difesa, Dall’Oglio; Da Silva, Frascatore a centrocampo, Sbaffo con licenza di svariare, mentre Dimitru e Di Michele costituiscono la coppia d’attacco.
I TEMPO-La partenza del Delfino non è fulminante. La Reggina impedisce l’occupazione di ogni spazio e la gara si avvia verso un epilogo noioso. Invece, all’improvviso, dopo qualche sporadico tentativo di una parte e dall’altra di spaventare l’avversario, arriva il vantaggio dei biancazzurri. In realtà il fatto accade, quando gli ospiti stanno esercitando un maggiore sforzo tecnico. E’ il 21’, Brugman riprende una conclusione dal limite di Sforzini, il tiro forte e preciso, finisce in rete dopo aver prima toccato il palo interno della porta difesa dall’ex Pigliacelli. Un vantaggio abbastanza casuale che dura appena il giro di due lancette. Al primo affondo Sbaffo pesca in area con rara maesria un Di Michele ispiratissimo, che ricorda quello dei tempi andanti e, in acrobazia, fa secco il suo ex compagno di squadra calabrese. La parità riporta la sfida sui binari di scarsa belligeranza e l’unica vera emozione, non proprio positiva si ha con Rossi, costretto anzitempo a lasciare il posto a Ragusa per un infortunio muscolare. Un imprevisto che costringe il tecnico degli adriatici e a ridisegnare il suo scacchiere dirottando Balzano sulla corsia di sinistra mentre Ragusa su quella opposta. Da qui in avanti solo d timidi tentativi da un parte e dall’altra ma senza grandi sussulti fino al duplice fischio dell’arbitro Roca di Foggia.
II TEMPO- La ripresa è soporifera. Per circa mezz’ora, complice anche il primo vero caldo, non si gioca, i ritmi sono lenti e compassati. La noia regna sovrana, non succede nulla o poco più, eccezion fatta per una sortita casuale capitata a Ragusa al 26’ quando su un buon cross di Balzano trova il palo a negargli la gioia del gol. La fiammata vera si ha solo nei minuti finali. Dopo una certa supremazia territoriale del Pescara che Cosmi ha cercato di esercitare , anche affidandosi prima a Cutolo e poi a Maniero in luogo, rispettivamente di Caprari e Sforzini, i padroni di casa trovano il gol del vantaggio. All’86’ c’è un cross dalla destra di Cutolo, Ragusa la spizza e Mascara di destro aggiusta la mira e punisce Pigliacelli. Sembra scontata la vittoria del Delfino in vece, tornano gli antichi fantasmi nell’area biancazzurra e così Fischnaller, 180 secondi dopo approfitta di una clamorosa dormita della retroguardia di casa e sfruttando al massimo un preciso assist di Dall’Oglio carica il colpo di testa che piega le mani a Belardi e finisce in rete.
Due pari e tutto da rifare. Il Pescara ci prova e, quasi al termine dei 5 minuti di recupero, arriva l’occasione d’oro. Cutolo riceve in area la palla da un cross dalle retrovie, aggiusta la sfera e batte a colpo sicuro, la sua conclusione, però, è forte quanto imprecisa al punto da indispettire il pubblico presente. Così al triplice fischio non mancano cori di dissenso dalla tribuna all’indirizzo dell’ex patavino che risponde polemicamente. Un gesto che indispettisce oltre modo la gente di fede biancazzurra. E in questo momento è proprio l’ultima cosa da fare.